venerdì 16 giugno 2017

Intervista a Matteo Alemanno

Matteo Alemanno è nato a Lecce nel 1967 e ha esordito come fumettista su fanzine e prozine agli inizi degli anni ’90. Architetto di formazione, nel momento in cui gli editori franco-belgi hanno cominciato a cercare disegnatori d’oltralpe per rimpolpare i loro cataloghi ha colto l’occasione per diventare fumettista a tempo pieno dopo anni in cui si era dedicato all’illustrazione.
Per Dupuis ha realizzato la serie Mèche Rebelle (ribattezzata Requiem in Italia, poi confluita nella serie proTECTO) e per Dargaud sta portando avanti la saga Marina, sempre su testi di Zidrou.
Il suo blog è http://matteoalemanno1.blogspot.it/.

È da poco uscito anche in Italia il terzo volume di Marina: il primo ciclo si conclude qui? Mi sembra che la situazione sia ancora aperta.

Il terzo volume di Marina chiude il primo ciclo delle sue avventure, Marina è molto cambiata rispetto
al primo episodio ed è pronta a intraprendere una fase nuova e più matura della sua vita, sia per quanto riguarda il rapporto con il padre sia per quanto riguarda il rapporto con Venezia.
Gli orizzonti delle sue a avventure sono molto ampi e, d'altra parte, Venezia fornisce infiniti spunti e piste da seguire. Perciò sia io che Zidrou, sceneggiatore della storia, abbiamo un sacco di voglia di continuare a esplorare attraverso i nostri personaggi la storia ma anche la vicenda contemporanea di Venezia.

Dal tuo osservatorio privilegiato di addetto ai lavori, come vedi il panorama lavorativo franco-belga? C’è veramente quella contrazione delle vendite (dovuta alla presunta saturazione del mercato) di cui in Italia si parla, forse con un po’ di invidia, da quarant’anni circa?

Quello che osservo io è che effettivamente il mondo francofono vive un momento di crisi. Gli autori lamentano difficoltà crescenti tanto che sono state organizzate una serie di scioperi e manifestazioni in occasione di alcuni festival, per esempio a Saint-Malo nel 2014 e ad Angoulême nel 2015. Il problema sembra essere proprio la grande quantità di pubblicazioni, secondo le stime dell'ACBD, l'associazione dei critici e dei giornalisti della BD, negli ultimi anni la produzione si attesta tra i 5 e i 6.000 titoli pubblicati ogni anno. Il pubblico invece sembra non aumentare in modo proporzionale all'aumento dell'offerta, e questo fa sì che le vendite delle varie serie tendano a diminuire, specialmente quelle degli autori meno conosciuti. Quello che invece resiste o addirittura cresce sono i grandi personaggi, le serie storiche (in alcuni casi se ne è anche ripresa la pubblicazione affidandoli a nuovi autori) che si stanno trasformando in veri e propri marchi. Allora assistiamo al rilancio di Asterix, di Spirou, di Blake & Mortimer, Corto Maltese, ecc. E' un mondo in evoluzione, come tutte le cose.

Puoi riassumerci brevemente la tua carriera? Ricordo male, o c’era una tua tavola in bianco e nero sulla prozine Schizzo?

Il fumetto è una delle mie grandi passioni, perciò ho sempre letto e disegnato fumetti. Schizzo, magnifica prozine, fu effettivamente la mia prima occasione di pubblicazione, ai tempi in cui studiavo architettura. Dopo la laurea ho cominciato a lavorare prima come decoratore e poi come illustratore, allontanandomi dai fumetti.
Poi intorno al 2000 sono entrato in contatto con Dupuis, l'editore belga di Spirou, ed ho avuto per la prima volta l'occasione di lavorare nel mondo dei fumetti, o della Bédé, come si dice da quelle parti. Da allora non ho più smesso.
Ho lavorato molto con Dupuis, poi con Glénat e adesso da circa sette anni con Dargaud, anche se quando se ne presenta l'occasione torno con molto piacere a fare qualche lavoro di illustrazione.
In questi anni ho sviluppato in parallelo anche un'attività di insegnante presso la Scuola Internazionale di Comics e presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia.

Il tuo autore di riferimento è notoriamente Attilio Micheluzzi, anche se le tue tavole sono molto personali e questa ispirazione non è affatto evidente (trovo che Micheluzzi fosse molto più sintetico di te, e a volte abbondava di neri): forse da questo ideale maestro hai preso più che altro un certo gusto per le ambientazioni e per la narrazione piuttosto che una cifra stilistica?

Di Attilio Micheluzzi mi appassiona tutto, la costruzione delle storie, dei dialoghi, dei personaggi, l'architettura delle pagine, ecc. Da lui come da molti altri autori credo di aver imparato tante cose, ma quando comincio a disegnare, inevitabilmente, è il mio modo di lavorare e di vedere le cose che finisce per emergere. Credo che sia questo il motivo per il quale stilisticamente non gli somiglio molto. E certamente da autori come Micheluzzi, ma anche Pratt, Giardino, Toppi, Battaglia e molti altri ho preso il gusto per la ricostruzione storica.
Detto questo, in futuro vorrei avvicinarmi di più alla sintesi grafica di Micheluzzi, uno degli aspetti che più mi interessa del suo magnifico modo di raccontare storie a fumetti.

Presenterai qualcosa di nuovo in questa edizione di Palmanova – The Game Fortress o sarai presente solo per gli workshop e gli incontri col pubblico?

Quest'anno a Palmanova sarò presente per workshop e incontri con il pubblico, ma nelle prossime edizioni porterò con me certamente delle novità.

A cosa stai lavorando in questo momento?

In questo momento sto lavorando a un nuovo progetto basato ancora sulla storia di Venezia, ma che non è direttamente collegato con Marina. Anche l'epoca storica è diversa. Sarà legato invece ad un'altra mia grande passione, ma preferisco parlarne poco e concentrarmi di più sulla costruzione di questa nuova storia, anche perché la sto scrivendo io stesso, e questa è la vera novità!
In ogni caso sarà un one-shot, cioè una storia pubblicata in un volume unico, e forse sarà disegnato in modo un po' diverso da Marina. Ma vedremo. Intanto sono immerso nel lavoro di progettazione della storia, fase che mi piace tantissimo, in omaggio forse alla mia formazione da architetto.

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